mercoledì 3 dicembre 2014

IL VISITATORE

Lo scorso sabato ci siamo dirette nel cuore di Roma, al Teatro Quirino Vittorio Gasman, per assistere allo spettacolo teatrale Il Visitatore per la regia di Valerio Binasco.

Questa commedia fu scritta dal francese Éric-Emmanuel Schmitt e rappresentata per la prima volta nel 1993 a Parigi. 
La trama dell'opera si svolge in Austria, nell'aprile del 1938, circa un mese dopo l'annessione al Terzo Reich e all'occupazione nazista di Vienna. Tutto si snoda in un appartamento situato nella città di Vienna, in Berggasse 19, dove vi è la casa e lo studio di Sigmund Freud. Ed è proprio quest'ultimo, il padre della psicanalisi, ad essere il protagonista dei fatti narrati.
Si ha uno spaccato dell'appartamento abitato da Freud e da sua figlia Anne, parlano tra loro e discutono sull'importanza di lasciare il paese occupato ormai dalle forze naziste, prima che anche per loro sia troppo tardi. Mettono in evidenza le ingiustizie e le crudeltà che gli ebrei come loro sono costretti a vedere e subire. Anne sprona il padre e lo prega di firmare le carte che gli permetterebbero di mettersi in salvo. Proprio quando la discussione sembra avere fine, arriva il trambusto creato dalla Gestapo. Nella loro abitazione fa irruzione un caporale e sulla scia della discussione avuta prima con il padre, Anne, decide di non rimanere in silenzio e accusa in modo acceso il caporale, così come tutta la Gestapo in generale, di perpetrare crimini quotidianamente. Queste sue parole non fanno altro che far infuriare l'uomo al punto da prendere Anne sotto arresto.
Freud rimane così da solo nella sua casa, nella quale è appena avvenuto l'ennesimo sopruso, ormai stanco e invecchiato ma soprattutto afflitto dal suo inarrestabile tumore, precipita nella disperazione e nella situazione quasi di impotenza davanti ai fatti.
Poco dopo essere rimasto solo, scopre in realtà che non lo è affatto. un uomo fa incursione nel suo appartamento e si ritrova così di fronte al suo "visitatore" notturno.
Freud si trova davanti a questo sconosciuto visitatore, dapprima è infastidito da questa strana ed inquitante presenza, per poi passare all'esserne incuriosito. L'uomo non svela subito la sua identità, ma anzi in un certo senso gioca con Freud, mostrandogli di sapere molte più cose di quanto possa sembrare all'apparenza.
Il professore comincia ad intrecciare e tessere un dialogo con il suo ospite, approccia a lui cercando di psicanalizzarlo, sebbene i suoi pensieri non siano limpidi per una seduta, ma ben presto si ritrova con la situazione inversa, al punto da non capire più chi è che analizza e scuote l'altro.
Scopre con suo sommo stupore e incredulità che la persona con la quale scambia battute di un certo tono non è altro che Dio, che per poter parlare con lui ha preso le sembianze di un povero uomo creduto da tutti un pazzo.
La conversazione tra i due assume diverse sfumature e va a toccare tutte le tematiche care a Freud e soprattutto arrivano a far vacillare le ferme credenze di un Dio universale. C'è dell'ironia e della simpatia, al pari di profondità e leggera filosofia, si argomentano e si commuovono a vicenda spogliandosi quasi delle loro corazze e uscendo dai loro ruoli per intrecciarli all'altro. Il tutto finisce quando finalmente la figlia torna a casa dalla Gestapo e trova il padre scosso, preoccupato ma soprattutto impaziente di farle conoscere quel brillante, seppur discutibile, uomo con il quale ha trascorso quelle ultime ore. Quando non lo trova pensa di aver sognato tutto, suo malgrado, ma fortunatamente il misterioso uomo ricompare.
Le tematiche toccate dal testo sono importanti e coraggiose, storia, religione, il senso stesso della vita, il tutto portato in scena in modo diretto e pulito, senza mai cadere in una spirale di ovvietà e pesantezza. Ci si trova di fronte ad uno spettacolo davvero di grande spessore intellettuale ma altrettanto spirituale e psicologico.
A reggere questa commedia non sono le grandi scenografie, i giochi di luce o i cambi repentini di scene e attori, ma bensì le parole, mai forse come in questo caso, le sole ed uniche parole e i dialoghi tengono accesa l'attenzione dello spettatore, mettendo in moto animo e mente all'unisono. La contrapposizione tra il male e il bene, la sottile linea tra il credere e il non credere, il buio e la luce comandati non da un Dio superiore ma da un libero arbitrio donato ad ogni essere umano. Si ha la sensazione quasi non tanto della fragilità dell'uomo quale creatura imperfetta, quanto piuttosto della fragilità di Dio, della sua immensa solitudine, e invece di una sostanziosa superbia e arrivismo da parte dell'uomo mai soddisfatto.
La commedia offre molti spunti di pensiero e di discussione, mette in moto la curiosità e la voglia di poter arrivare con facilità ad un punto fermo, ad una risposta anche quando questa risposta non arriva direttamente o pure non è così tangibile. Lascia una porta aperta per ogni tipo di argomentazione.
Gli attori che calcano la scena sono Nicoletta Robello Bracciforti, travolgente e coinvolgente nel suo ruolo della figlia Anne, Alessandro Tedeschi che ha reso in modo eccellente un ruolo facilmente odioso. Nei panni dei due protagonisti troviamo Alessandro Haber che ci ha impressionato per la sua grande bravura, per l'attenzione nei particolari e per la complessità espressiva che è riuscito a regalare con il ruolo di Freud. Mentre nel ruolo del visitatore abbiamo scoperto un lato incredibile di Alessio Boni, in un ruolo se vogliamo difficile e ostico, ma reso in maniera così naturale. Le sue pose, il suo padroneggiare il palco teatrale e le sue sfumature recitative sublimi, ci hanno lasciate stupefatte. Abbiamo avuto una piccola ma vera dimostrazione che il teatro non è morto e nemmeno assopito, ma anzi che la sua anima, grazie a questi splendidi attori sia più viva e accesa che mai. 
Il teatro non è fatto solo di storie che più o meno funzionano, ma è fatto soprattutto di persone, di emozioni e sensazioni, e tutto questo sono riusciti magistralmente a trasmetterlo ad un pubblico che a fine esibizione non ha smesso di applaudire per dieci minuti di fila!
Brillante ed interessante, da vedere assolutamente!

Vi lasciamo i vari link nei quali potrete trovare le date dove sarà in scena nei prossimi giorni lo spettacolo, fino al 7 Dicembre sarà ancora al Teatro Quirino a Roma.


LEGGI TUTTO...