mercoledì 25 aprile 2012

HO CERCATO IL TUO NOME

Oggi per la regia di Scott Hicks è uscito in tutte le sale italiane Ho cercato il tuo nome, ennesimo grande successo letterario dell’ormai famoso Nicholas Sparks che ha portato al successo cinematografico altre tante pellicole.
Si parla naturalmente sempre di una storia d’amore, dove il romanticismo la fa un po’ da padrone!
C’è sempre quella punta di sentimentalismo, di drammaticità, si patriottismo, e di amore incontrastato che alla fine vince su ogni altra forza che si contrappone ad esso.
La storia vede protagonista un giovane sergente dei Marines Americani, Logan Thibault,  impegnato in una missione in Iraq, che per caso scorge in mezzo alla distesa di sabbia irachena una carta luccicare sotto i raggi del sole. Incuriosito decide di allontanarsi dalla postazione militare e scoprendo che in realtà si tratta di una foto di una donna. Alle sue spalle,  in quello stesso istante,  il campo militare esplode causando una vera e propria strage, uccidendo la maggior parte dei suoi compagni.
Da quel momento la foto diventa il cardine portante della storia, infatti diventa il portafortuna di Logan, e gli permettere di sopravvivere e affrontare al meglio il resto delle sue operazioni. Una volta tornato indenne negli Stati Uniti però sente di non appartenere più a nulla e comincia a vivere un momento di confusione e smarrimento con tutti, tranne che con il suo cane Zeus.
Gli risale alla mente la donna della fotografia e decide di volerla rintracciare per poterla quanto meno ringraziare di avergli involontariamente salvato la vita.
Logan parte quindi alla ricerca, quasi ossessiva, della donna che vede ormai come un angelo custode e riesce nella sua impresa di incontrarla quando arriva in una cittadina in Louisiana. La donna si chiama Elizabeth, da tutti conosciuta come Beth, e scopre che è una giovane donna separata che vive con suo figlio di otto anni Ben e sua madre Ellie.
Dopo un iniziale diffidenza tra i due comincia ad instaurarsi un bel rapporto che con il tempo diventa sempre più intenso e forte.
Logan stravolge la vita di Beth e finiscono per innamorarsi, fin quando l’ex marito di lei, nonché sceriffo, scopre il motivo per il quale Logan è arrivato a lei e cerca in tutti i modi di interporsi tra di loro rovinando la loro nascente relazione.
Naturalmente volgendo verso il finale tutto torna a rimettersi a posto, c’è un lieto fine condito però dalla dipartita definitiva del cattivo di turno, ovvero l’ex marito di Beth.
Questa volta a dare la vita ai personaggi di Sparks troviamo Blythe Danner, Jay R. Ferguson, Riley Thomas Stewart, Joe Chrest, Adam LeFevre e a vestire i panni dei protagonisti assoluti di questa storia c’è la giovane Taylor Shilling che in un certo senso fa fatica a contendersi l’attenzione con la sua metà cinematografica, Zac Efron.
Il giovane attore smessi i panni di un teen idol ha indossato, forse anche per la prima volta i panni di un ruolo più adulto e complesso, nel quale ha dato prova della sua professionalità e della maturità acquisita a livello recitativo. Il tema principale attorno al quale ruota tutto il film è una foto che cambia le sorti e le vite dei personaggi in modo totalitario, due persone, due anime che si trovano rilegati in uno strano vortice che il destino stesso ha creato per loro.  Risulta essere,  al di là della storia romantica, un film ben costruito,  che nonostante riporti a galla i soliti vecchi sentimenti e situazioni già largamente esplorate in altre tante pellicole, da corpo ad una di quelle storie belle, intense, di quelle che fa un po’ sempre piacere vivere attraverso uno schermo. Sicuramente saranno in molti a pensare di trovarsi davanti all’ennesimo melodramma strappalacrime e fin troppo melenso e pieno di clichè e di dialoghi triti e ritriti nella storia del cinema, ma siamo dell’avviso che in un mondo che corre sempre più veloce verso l’individualismo e l’opportunismo cinico un po’ di sani sentimenti e di amore, seppur in pillole attraverso un film, abbia un grande valore!
A volte è bello anche lasciarsi andare e abbandonarsi a qualcosa di semplice no? Se poi dell’amore ne avete piene le tasche e non avete nessuna voglia di immergervi in storie struggenti c’è sempre la possibilità di cambiare sala e proiettarvi nel mondo d’azione e d’avventura dei super eroi Marvel con The Avengers!



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martedì 24 aprile 2012

HIGH FIVE - THE ANTHEM

Di tempo già ne è passato un po’ e, ad oggi, possiamo dire di esserci fatte….un’opinione abbastanza chiara e definita su quello che è lo splendido lavoro uscito dal 10 marzo dei The Anthem, High Five.
Lo abbiamo ascoltato più volte e in diversi momenti: in auto, sotto la doccia, al parco, a tavola, all’università, in metro, a casa di amici, in palestra, insomma un giorno si e l’altro pure, arrivando al punto che è a tutti gli effetti un ottimo cd con un altissimo potenziale!
Abbiamo avuto la sensazione di poter paragonare in tutta tranquillità l‘intero cd ad un viaggio, si esattamente, un viaggio immaginario che le stesse canzoni l’una dopo l’altra ti portano a fare. Immaginate quindi di salire in macchina e di partire alla volta di una meta sconosciuta con High Five pronto a farvi da colonna sonora!
Si comincia con Draw You Over che apre le danze con il suo ritmo battente e trascinante, nulla di scontato, una di quelle canzoni che fanno anche involontariamente tenere il tempo con il piede!
Si prosegue con Cambodia e Aeroplane che non abbassano affatto il livello di carica acceso con la prima traccia, anzi contribuiscono a far entrare ancora di più l’ascoltatore in un clima di “festa”. Lasciano come un retrogusto di un assaggio di estate in anticipo, giusti ritornelli che rimangono in testa e che diventano veri e propri tormentoni dei quali, diciamocelo, è difficile liberarsene!
Micheal Cardigan continua in un certo senso il filone di energia delle canzoni precedenti ma allo stesso tempo acquista quel qualcosa in più che la rende particolare, una melodia più dolce che fa da ponte al centro del disco.
Call Me Weever ha un salire di ritmica incredibile, riff robusti e corposi che entusiasmano e che si alternano a momenti più calmi e in egual misura apprezzabili.
Con High Five ci troviamo davanti ad una canzone di quelle che non ti aspetti, ma che una volta ascoltata ti viene voglia di sentirla di nuovo. Intense sensazioni racchiuse in questi quasi cinque minuti, una piccola perla, melodie, voci e strumenti dai quali ci si lascia molto volentieri cullare!
I Need A Comeback riporta in alto il volume e riaccende i riflettori sulla tenacia esaltante dei pezzi che seguono. Friends Stealing Girlfriends è perfetta così com’è, ed ha un suo perché proprio come Mexican Standoff dal gusto caratteristico di un rimando anche un po’ retrò che però mixato con il marchio The Anthem ha dato una veste di spicco al brano che ci porta diretti verso Finger Lickin’ Good che fa funzionare alla meglio la fine del cd, dove la parte strumentale e voce danno un tono che non smorza la potenza dell’intera musicalità del disco.
Alla fine del nostro viaggio immaginario ci troviamo ad ascoltare The Best Is Yet To Come che stupisce totalmente in senso positivo, quando pensavamo che non potesse esserci un’altra canzone per la quale entrare in fissa, ecco che dobbiamo ricrederci!
Suoni decisi, marcati da un inconfondibile sound che non sembra affatto provenire dal nostro bel Paese fatto spesso da brutte copie di copie già ampiamente trite e ritrite!
Tutto ben costruito, dai testi ottimi che si uniscono in modo strabiliante a suoni che ad un orecchio stanco e distratto potrebbero sembrare “robba vecchia” ma che invece regalano davvero il piacere di godere di un magistrale lavoro anche di ricerca di quel “più” che evidentemente manca a molti ma non ai The Anthem.
Strumenti orchestrati con sapienza, melodie fresche, leggere e sempre equilibrate, dove oltre al vigore e alle possenti strumentazioni si aggiunge anche la voce che diventa parte integrante, anch’essa un vero e proprio strumento insomma!!
Non ci rimane quindi che osannare un disco che a parer nostro rappresenta un picco di alto livello tra le tante giovani realtà musicali italiane, e vorremmo sottolineare il “giovani” perché nonostante anagraficamente siano poco più che ventenni dimostrano una maturità e una musicalità già ampiamente vissuta e non si sono trattenuti nel dimostrarlo nel lavoro svolto per High Five!
D'altronde si sente che sono gli ultimi arrivati…si, certo, nella nostra playlist preferita!
Non possiamo far altro quindi che consigliare a chiunque, anche ai più scettici e poco inclini alle novità di valore, di dare uno sguardo al loro sito e di ascoltare High Five!
Se state cercando una “fissa” che vi travolga con loro l’avete trovata :D

Ricordiamo inoltre che se vorrete potrete seguirli e constatare la loro bravura anche live con il loro prossimo tour che partirà a maggio, maggiori info qui.

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giovedì 19 aprile 2012

TO ROME WITH LOVE

To Rome With Love è il titolo di uno dei film più attesi di questo periodo, che segna e accompagna in qualche modo il ritorno in scena e alla regia del grande Woody Allen!
Ad affiancare il poliedrico regista dalla mente davvero brillante, che non ha fatto altro che dimostrare nel tempo di essere molto più che un artista, c’è anche Roberto Benigni che dopo diversi anni di lontananza torna con  stile sul grande schermo.
Il cast del film naturalmente non si ferma a queste due rispettabili e illustri personalità, infatti troviamo nomi del calibro di Alec Baldwin, Penélope Cruz, Judy Davis, Jesse Eisenberg, Greta Gerwing, Ellen Page, ma a rendere ancor più speciale la pellicola è la collaborazione e la fusione avvenuta a livello artistico con parte del cast di provenienza del tutto italiana con Antonio Albanese, Alessandra Mastronardi, Ornella Muti, Riccardo Scamarcio, Flavio Parenti e Alessandro Tiberi.
Ma passiamo a quella che è la storia che ha un’impronta piuttosto particolare visto che è ispirata alla struttura e alle novelle “Decameroniane” di Boccaccio, con episodi ambientati tutti a Roma e che nonostante non abbiano corrispondenza tra loro e non si incontrino mai, s’intrecciano comunque in modo equilibrato nel montaggio finale. Le scene che si articolano sul paesaggio romano sono quattro:
Jack e Sally, una coppia di giovani studenti americani che sono nella Capitale e che attendono l’arrivo della migliore amica di lei, Monica, un’acerba attrice con la fama di essere una grande seduttrice. Jack si invaghisce in qualche modo di Monica e fa la conoscenza di John, un famoso architetto di ritorno a Roma dopo quasi trent’anni, che rivedendo un po’ in Jack se stesso alla sua età lo mette in guardia rispetto al suo comportamento.
Jerry, un regista d’opera in pensione, con sua moglie Phyllis, una psicologa, arrivano a Roma sotto invito della giovane figlia Hayley, che essendosi innamorata di Michelangelo, decide di far conoscere le due famiglie.
La vita di Leopoldo Pianello invece subisce una trasformazione, da anonimo cittadino un giorno comincia ad essere molto famoso, tanto che sono improvvisamente tutti interessati a lui e ad ogni sua attività, senza saperne il perché. La salita alla ribalta con la popolarità porterà però oltre ad un iniziale fascino, anche un rovescio della medaglia.
E per ultima la situazione di Antonio che arriva nella Capitale con la speranza di presentare la sua nuova moglie Milly e poter ottenere un prestigioso lavoro, ma le avversità e le casualità separano per un intera giornata la coppia, e Antonio si vede quasi costretto a presentare e passare del tempo con un’estranea piuttosto che con sua moglie.
Una storia quindi che porta ed ha tutto il migliore gusto dello stile ormai inconfondibile di Woody Allen. Una commedia che non risparmia di certo la sua identità ispirata deliberatamente a personaggi già ampiamente analizzati negli anni passati e che hanno fatto in un certo senso “storia” e un modello vero e proprio con una forte ripresa di canoni tipicamente Felliniani alla Roma del tempo che anche attualmente regala sempre lo stesso retrogusto di classe.
Una storia che infondo prende un po’ in giro quelle che sono alcune delle manie di noi italiani, mettendoci un po’ come icone idealizzate da molti non solo oltreoceano, ma invece di risultare offensivo tutto ciò, prende piuttosto la parte migliore, il riso, la leggerezza , il potere di saper far ridere!
Quattro spaccati così comuni e semplici che vengono resi però particolari e godibili dalla velata comicità tipica italiana.
E a fare da cornice e rendere unico il film c’è Roma. Ma non quella Roma vista e rivisitata dal mondo intero con troppi forse luoghi comuni, ma luoghi nascosti e quasi magici, vie e vicoli davvero ricercati e scorci poco frequentati, che hanno dato un volto nuovo ad una delle più belle monumentali e eterne città del mondo!
Fatevi quindi conquistare da questo mix di incredibili ingredienti, mettete da parte per una volta i pregiudizi e i pensieri e fatevi guidare nel contorto e reale tanto quanto surreale mondo non poi così lontano dal nostro immaginario!



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