domenica 12 febbraio 2012

GOODBYE REGINA: WHITNEY HOUSTON!

Ore 9:30, messaggio della mia amica: hai visto? Whitney è morta....


Ero in macchina, senza radio, e qualcosa è accaduto. Il tempo è rallentato, giuro, andava al contrario. Mi vedevo io ragazzina, dodici anni; i pomeriggi a cantare a squarciagola: One moment in Time; I will always love you; When you believe. Chiuse in casa, fuori il caldo dell'estate.
Mixavamo le voci, io e la stessa amica che mi ha mandato quel messaggio.
Whitney è morta, io ancora non ci credo...
Neanche io ci credo, amica mia. Non ci credo perchè aveva tutto e in un attimo non ha avuto più nulla. 48 anni tra successo, amori, film e droga. 48 anni di passione, di attese per concerti lontani, di musica nell'anima, di pazienti file per comprare i suoi cd.
Quasi un mese fa la notizia: Whitney si sta riprendendo, dopo un lungo calvario tra ospedali e centri di recupero, è finalmente in lenta riabilitazione.
Oppure: Whitney ha trovato pace nell'Islamismo, si è convertita...
E tutti ci credevano. I fan pensavano ad un suo 'risorgere'. Come la fenicie.
Ma la sua pace non è mai giunta. Non si può trovare pace in un'ideologia, in una religione. Forse solo la musica poteva salvarla ma da tempo ormai non cantava neanche più. Una voce così bella destinata a scomparire.
La voce dell'amore. Me la ricordo come fosse ieri nei panni di Rachel Marron, la famosa cantante del film 'The Bodyguard', quel film di Mick Jackson che ha sbancato ai botteghini negli anni 90. O quando ha duettato con Mariah Carey nella colonna sonora del Principe d'Egitto, lungometraggio della Dreamwork nel lontano 1998.
La stessa Mariah, sua grande amica, oggi ha dichiarato su twitter: "Ho il cuore spezzato e sono in lacrime per la morte scioccante della mia amica, l'incomparabile Whitney Houston".
O anche quando produsse insieme al regista Garry Marshall, nel 2001, il film Pretty Princess che lanciò al successo anche la notissima attrice Anne Hathaway. 170 milioni di dischi venduti nel mondo e una morte alla vigilia dei Grammy Awards. Una morte che non lascia spazio a ipotetiche risoluzioni. Whitney è morta in una stanza d'albergo a Beverly Hills.
I  critici la definiscono: “L'ennesima icona lasciatasi trasportare da droga e alcool. Come nel caso di Amy Whinehouse, come nel caso di Michael Jackson.”
Ma al di là della possibile polemica che potrebbe scatenarsi tra fan e non fan, siamo dell'assoluta convinzione che il mondo dello spettacolo ha perso una grande artista.
Rhythm and blues, pop, dance, ballad, country. Tutti questi generi ci sono pervenuti grazie a donne come lei che ce li hanno saputi far amare e apprezzare, e come tale bisognerebbe soltanto che ringraziarla.
Donna fragile? Forse.
Ma nonostante ciò continueremo a ricordarla con il sorriso sul volto e quella voce che sa far suo anche il cielo.
Goodbye  Regina.

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