Oggi per la nostra rubrica del rewind abbiamo deciso di compiere un grande salto indietro nel tempo andando a ripescare un film che quest’anno ha compiuto il 50° anniversario dalla sua uscita e che è diventato fin da subito uno dei film più belli e più visti ed amati dal pubblico di ogni età! Naturalmente stiamo parlando di Colazione da Tiffany, diretto da Blake Edwards e tratto dall’omonimo romanzo di Truman Capote.
Il film oltre ad aver vinto nel 1962 il Premio Oscar per la miglior canzone “Moon River” di Mancini e Mercer, ha consacrato il talento e la grande popolarità di Audrey Hepburn e George Peppard diventati grandi nomi nella grande e preziosa costellazione del mondo cinematografico. La pellicola si apre con una veduta di New York e una giovane donna che indossa un fascinoso tubino nero con degli occhiali da sole con in mano un sacchetto.
Cammina con eleganza e delicatezza tra i palazzi della Fifth Avenue fermandosi poi in particolare di fronte a Tiffany & Co, la gioielleria nella quale "Non ci può capitare nulla di brutto là dentro, non con quei cortesi signori vestiti così bene, con quel simpatico odore d'argento e di portafogli di coccodrillo". È la meta della protagonista appunto, Holly Golightly che con grazia estrae dal sacchetto un danese e un caffè soffermandosi a fare colazione davanti alle vetrine. Holly è una donna sofisticata ed elegante, cinica, ed adorabile sognatrice che nella vita ha un obbiettivo ben preciso che intende perseguire a tutti i costi, cioè quello di riuscire a farsi sposare da un uomo molto ricco che possa mantenerla. Abita in un appartamento insieme ad un gatto al quale non ha dato un nome, conduce uno stile di vita particolare e sembra proprio che gli altri non le interessino minimamente. Un giorno però la sua routine viene interrotta dalla conoscenza di Paul, uno scrittore introverso e apparentemente freddo in cerca di tranquillità per trovare la giusta ispirazione per il suo romanzo, che si trasferisce proprio nello stesso palazzo dove abita Holly. Anche Paul non naviga nell’oro ed è costretto oltre che a scrivere anche a cercare qualche lavoretto per vivere. Le personalità di Paul e Holly si scontrano, lui cercherà di sgretolare il mondo etereo ed artificiale nel quale Holly ama rifugiarsi per poter sfuggire alla sua realtà di persona pratica, mentre lei riuscirà a fargli abbandonare il suo scetticismo, dandogli anche l’ispirazione per il suo nuovo libro.
Holly con il suo straordinario stile rappresenta di certo la forza di ogni donna persa nelle proprie paure, che nel tempo costruisce un inattaccabile muro formato dalla sua originalità per cercare di non affrontare mai le situazioni scomode che possano metterla in discussione. La sua superiore eleganza e il suo entusiasmo di vivere anche con strambe manie e completamente immersa nel suo stesso caos, l’aiutano a mettersi nella posizione di difesa nella gabbia da lei sapientemente costruita. Una luccicante e griffata gabbia per proteggersi in superficie da tutte quelle paturnie e fisse, per non lasciare trasparire le insicurezze e paure.
È proprio l’incontro con Paul che spinge Holly a non rimanere solamente a sognare il resto della sua vita davanti a delle splendide vetrine, senza poter mai veramente vivere la sua libertà e felicità. La libertà e il coraggio di amare e riuscire a farsi amare semplicemente per come era. E proprio come canta Holly su quel davanzale…la vita andrebbe navigata e vissuta in lungo e in largo con il particolare stile che ci contraddistingue l’uno dall’altra, facendo si che tutte le cose belle che ci rendono unici possano giungere a qualcun altro che le comprende e apprezza, che le ami. Un film eternamente chic e romantico, unico nel suo genere, un classico senza tempo, intramontabile, e sempre perennemente attuale, che in 50 anni non ha mai smesso di incantare e stregare milioni di persone.
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