Con questo articolo andremo ad aprire una rubrica che ogni venerdì porterà tutti voi lettori indietro nel tempo…
Per iniziare ci siamo trovate d’accordo su un classico che da 11 anni è diventato una perla nel panorama cinematografico, Il Gladiatore. La storia, come già tutti ormai saprete, è legata ad eventi storici accaduti nell’antica Roma. Il film si apre con una scena di forte impatto, una grande battaglia vinta da Roma contro i Britanni, e con le ormai celebri e intramontabili frasi “Forza e Onore…al mio segnale scatenate l’inferno.”
“Fratelli! Ciò che facciamo in vita, riecheggia nell’eternità!” Il protagonista di questa vicenda e dell’intera pellicola dove verrà sviscerato l’intero mondo che lo circonda è il Generale Massimo Decimo Meridio comandante dell'esercito del Nord, generale delle legioni Felix e servente leale dell’unico vero grande Imperatore Marco Aurelio.
È proprio l’Imperatore che riconosce in Massimo tutto ciò che avrebbe desiderato vedere in suo figlio Commodo, proponendogli nel suo stato di avanzamento di età di prendere il suo posto alla sua morte. Massimo rifiuta la grande e onorevole proposta dell’Imperatore e senza saperlo lascia lo spazio necessario affinchè il figlio, preso da un impeto di rabbia e gelosia, uccida il suo stesso padre, divenendo così lui stesso l’Imperatore Commodo.
Divenuto capo di tutto, Commodo ordina la morte di Massimo e della sua famiglia, così che quest’ultimo si vede costretto a scappare verso l’Africa dove, non senza difficoltà, riesce a cavarsela diventando uno schiavo e poi un gladiatore al servizio di Proximo.
Si dimostra un combattente eccellente tanto che nel giro di poco ritorna a cavalcare la scena di Roma grazie al reinserimento dei giochi nell’arena del Colosseo, non più da valoroso generale e servitore di un grande Impero, ma come schiavo e gladiatore. Da qui si apre un’altra vera e propria disputa quasi del tutto personale tra Commodo e Massimo, al quale è stato strappato via tutto, compresa la sua famiglia.
Il film si conclude con la sfida tra i due, nella quale Commodo si rivela ancora una volta essere sleale e meschino ferendo prima del loro combattimento Massimo al costato. L’incontro si conclude con la morte di entrambi ma con una speranza e una luce nuova per tutto l’Impero.
La storia già di per se è affascinante, trovare un così carismatico e ben costruito personaggio come Massimo, il generale che diventò uno schiavo, lo schiavo che diventò gladiatore, il gladiatore che sfidò un imperatore…insomma un colossal d’altri tempi che l’abile regista R. Scott ha saputo ben orchestrare e montare seppure con molte discrepanze storiche. Lo spettatore non è solo testimone di una violenza strumentale data dall’epoca nel quale vi si trova immerso, ma è sempre costantemente accompagnato da ideali forti e di impatto come l’onore, la famiglia, il rispetto, la lealtà e fedeltà, l’amore e la fede in una città...in un Impero, quello di Roma.
Gli attori, a partire da un Russel Crowe davvero straordinario, di un livello espressivo eccelso, che è riuscito a calzare a pennello il ruolo dell’eroe, al talentuoso Jaoquin Phoenix nel ruolo di Commodo e gli altri personaggi come Connie Nielsen in Lucilla e Richard Harris in Marco Aurelio, hanno contribuito, insieme ai numerosi effetti speciali e alla strabiliante colonna sonora, a render il film uno dei classici più belli ed emozionanti di sempre. Un capolavoro di recitazione e regia da vedere e rivedere…
“C'è stato un sogno una volta che era Roma lo si poteva soltanto sussurrare, ogni cosa più forte di un sospiro l'avrebbe fatto svanire..."
"Ho visto gran parte del resto del mondo: è brutale, crudele, oscuro. Roma è la luce"
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