Questa mattina abbiamo avuto il privilegio e la piacevole occasione di assistere alla prima proiezione sul grande schermo del film che uscirà nelle sale italiane a partire dall’8 luglio 2011. Stiamo parlando de L’Erede, per la regia di Michael Zampino.
Il film a stampo noir con alcuni tratti che sfociano nel thriller vede protagonista Bruno, un radiologo, interpretato da un incredibile Alessandro Roja, che dopo lo spiacevole evento della morte del padre riceve in eredità un grande casale un po’ sperduto tra la natura selvaggia dei monti marchigiani. Insieme alla sua ragazza, interpretata da Maria Sole Mansutti, decide di andare a vedere le condizioni della villa. Una volta arrivato trova davanti a se una situazione ed un ambientazione che non è delle migliori, è tutto completamente da ristrutturare e rimettere a nuovo per poter pensare poi di rivenderla e guadagnarci qualcosa. Il suo arrivo è segnato anche dalla conoscenza dei vicini, dei rozzi agricoltori, interpretati magistralmente da Guia Jelo, Davide Lorino e Tresy Taddei Takimiri, che si scoprono essere stati cari amici di suo padre, ma fin da subito si comportano in modo strano, intenzionati a non essere poi così gentili e disponibili ma bensì ostili visto il loro interesse malsano di impossessarsi dell’abitazione passata in eredità a Bruno. Il film fin dall’inizio si dimostra essere un’ottima storia, intrigante quanto basta per far rimanere gli occhi puntati sullo schermo e si staglia in modo più che eccellente nel panorama italiano, dove è difficile ormai trovare ai nostri giorni, prodotti di alta qualità sia a livello di racconto che di scenografia e fotografia, non tralasciando le musiche e quella giusta dose di souspance che unite ai paesaggi nelle scene regalano più di una volta un prodotto nell’insieme molto più che godibile
È un thriller psicologico che va a far luce e scoprire un lato un po’ oscuro della vita dei personaggi stessi, che a poco a poco si vengono a conoscere e mostrano il loro “io” e le loro debolezze intessute e trascinate per un intera vita. Per Bruno è un esperienza completamente nuova e che nel corso della storia riesce a sconvolgerlo e stupirlo fino a portarlo ad un punto di liberazione. Ogni personaggio prende coscienza di se e si stanzia nel proprio mondo prendendo però posto inevitabilmente anche nella vita di chi lo circonda. Un film fatto di atmosfere, di pause, di colpi di scena anche interiori, di scenari perfetti che fanno da cornice all’intera storia.
Una delle cose che più ci ha fatto piacere vedere durante la conferenza stampa avvenuta oggi è stata la completa interazione di tutto il cast, una coesione e condivisione totale di un progetto che fa davvero molto onore ad un Italia che a volte dimentica quanto questo possa essere importante e anche trasmissibile attraverso una pellicola.
Gli attori si sono dimostrati essere tutti all’altezza del ruolo loro interpretato, anzi, ad onor del vero anche molto sopra le aspettative comuni. Un cast di eccelsa bravura e di intensità e sinergia piacevole. Hanno trasmesso la loro voglia di girare il film, una voglia che solo i veri attori e i professionisti sono capaci di mostrare e soprattutto di portare avanti.
Dopo l’entusiasmante proiezione e l’interessante conferenza stampa abbiamo avuto modo di poter avvicinare gli attori e poterci congratulare di persona con loro, ed in particolare abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il simpatico e molto disponibile Alessandro Roja, protagonista indiscusso di questa pellicola, ma che sicuramente tutti ben ricorderete per la sua interpretazione nei panni del “Dandi” in Romanzo Criminale, che gli ha regalato insieme ad altri ruoli in film “Feisbum!” di Lucchetti Laura, “Tutto l’amore del mondo” di Riccardo Grandi e “Tutta la vita davanti” di Paolo Virzì.
Ci ha parlato del suo ruolo e di come si è trovato nel portarlo sul grande schermo, di come è riuscito a rendere il personaggio di “Bruno” e del rapporto e dell’esperienza importante che la lavorazione al progetto gli ha lasciato. Essendosi dimostrato un attore di grande talento e polivalente ci ha confessato di non avere però un genere o un campo preferito nell’ambito recitativo, ma di andare continuamente alla ricerca di territori sempre diversi da esplorare e scoprire anche per mettersi continuamente alla prova, alternando magari periodi nei quali era pronto a dare tanto ed essere in qualche modo più iperattivo a momenti più riflessivi e introspettivi come è stato per la lavorazione del film L’Erede.
Questo ed altro ancora nell’intervista completa che potrete trovare alla fine dell’articolo!
Siamo sicure che questo film nonostante le non stellari spese di produzione con budget hollywoodiani sia da annoverarsi tra le perle italiane di un cinema che andrebbe di gran lunga molto più che rivalutato e secondo il nostro giudizio sia che siate amanti del genere ma anche che non lo siate, merita di esser visto…quando c’è passione, talento, bravura e una coinvolgente storia…bè tutto questo fa davvero onore al nostro bel Paese!
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