Questo venerdì la nostra rubrica Rewind verrà dipinta da un'atmosfera fantastica con un film dallo stile fiabesco che ha incantato e continua ad incantare dai bambini agli adulti, Edward Mani di Forbice!
Il film datato 1990 è un'opera del grande regista Tim Burton con la collaborazione di Caroline Thompson alla sceneggiatura.
Inizialmente Burton aveva intenzione di realizzarlo come un musical, spiegando che «mi sembrava grande e operistico», ma poi abbandonò l'idea.
Oltre ad essere il primo lungometraggio prodotto con la propria casa di produzione, la Tim Burton Productions, è anche il primo film “personale” di Burton in cui è lui stesso l'autore del soggetto, Edward Mani di Forbice, soggetto che prende ispirazione da vecchi bozzetti d'infanzia del regista. Possiamo ritenerlo come un lavoro autobiografico visto un Tim Burton giovane che si sentiva diverso, isolandosi e trovando difficoltà a comunicare con le persone attorno a lui. Inoltre Burton cita influenze come, Frankenstein di Mary Shelley, Il fantasma del'opera di Gaston Leroux, Il gobbo di Notre-Dame di Victor Hugo, King Kong e Il mostro della laguna nera.
Nel ruolo del protagonista, al fianco di Winona Ryder, troviamo un giovane ed esordiente Johnny Depp, all'epoca idolo delle teen ager per il ruolo nella serie TV 21 Jump Street. Burton lo volle nel ruolo di Edward per la sua grande espressività che superò anche quella di altri noti attori, come Tom Cruise. Da qui l'inizio di una continua e affiatata collaborazione tra l'attore e il regista (sette film fino ad oggi). Da non dimenticare è anche la partecipazione del grande Vincent Price, nella parte dell'inventore di Edward, fu un grande attore statunitense che iniziò la sua lunga carriera a partire dagli anni trenta fino alla sua morte nel '93.
Indimenticabile è la colonna sonora ritenuta una delle migliori opere di Danny Elfman, dal tema incantevole e fine, con un coro al femminile che ti fa viaggiare in un'atmosfera natalizia. Proprio dopo questo lavoro Elfman conquistò il titolo di compositore cinematografico, consolidando il rapporto di collaborazione con Tim Burton.
Questo capolavoro inizia come una commedia, composta da una colorata ironia che pian piano si incupisce e viene sovrastata da pregiudizio e tristezza. I temi trattati sono diversi e ricchi tutti incentrati su l'umanità e la sua realtà, spesso nascosta da finte maschere. Burton infatti racchiude nella cittadina ideale lo stato mentale: le case coloratissime in tinta pastello, la famiglia perfetta, i ritmi costanti ed uguali, una piattezza quotidiana data solo dall'apparenza. Forti sono i temi riguardanti l'inclusione ed esclusione, accettazione e rifiuto, e soprattutto quello della diversità, caratterizzata dal pregiudizio della gente. Nel film vediamo il vicinato che inizialmente accoglie Edward amorevolmente, ma quell'amore si tramuterà in odio e discriminazione. Dall'altra parte però troviamo l'amore passionale, quello tra Kim ed Edward, che purtroppo non andrà a finire come nelle favole.
“Una volta, tanti e tanti anni fa, viveva in quel castello un inventore, e tra le tante cose che faceva, si racconta che diede vita ad un uomo. Un uomo con tutti gli organi: un cuore, un cervello, tutto. Beh, quasi tutto. Perché, vedi, l'inventore era molto vecchio, e morì prima di finire l'uomo da lui stesso creato. Da allora, l'uomo fu abbandonato, senza un papà, incompleto e tutto solo.”
È così che inizia il film sotto forma di racconto di una Kim anziana alla sua nipotina. La storia è quella di Edward un uomo condannato a vivere con delle forbici al posto delle mani dopo un esperimento lasciato incompiuto per via della morte del suo inventore avvenuta poco prima di terminare l'opera. Edward rimane per molto tempo a vivere in solitudine rinchiuso in un castello in cima ad una collina, fino a quando un giorno casualmente arriva Peggy, una gentile signora rappresentante di prodotti cosmetici, che lo fa uscire e lo porta a vivere nella sua casa con la sua famiglia. Edward instaura buoni rapporti sia con il marito che con il figlio di Peggy, mentre inizialmente la figlia maggiore Kim proverà un po' di paura che in seguito si tramuterà in imbarazzo. Nel frattempo è benvoluto dai vicini che lo apprezzano per le sue doti di giardiniere e parrucchiere.
Ma delle spiacevoli vicende faranno nascere delle incomprensioni che porteranno il vicinato a sospettare di Edward voltandogli le spalle e iniziando a vederlo come un diverso.
Intanto Kim si avvicina iniziando a provare davvero un sentimento sincero verso di lui. Ma la notte di Natale le cose peggiorano: Edward ferisce accidentalmente Kim alla mano, mentre lui stava lavorando ad una statua di ghiaccio, e graffia Kevin (figlio di Peggy) nel tentativo di salvarlo da un incidente, ma tutti credono che l'avesse aggredito. Così Edward scappa al suo vecchio castello seguito da Kim e un Jim (il ragazzo di Kim) furioso che geloso e arrabbiato si scontra con lui, finendo ad essere ucciso da Edward che lo infilza con le sue stesse mani. Ad aiutare Edward a finirla per sempre con quei normali umani è Kim che dopo aver dichiarato il suo amore ad Edward comprende che sia meglio per lui rimanere di nuovo solo, così lo fa credere morto a tutta quella gente così superficiale.
Il film non può che finire in maniera fantastica tornando a Kim anziana che spiega alla nipotina l'origine della neve.
Sicuramente è uno dei più grandi e magici capolavori di Tim Burton che è rimasto nel cuore di tutti.
E per assaporare di nuovo questa incantevole favola vi lasciamo con una delle scene più belle del film.
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